Casa Igiene Naturale Le Alghe, un superfood ma anche un super “cerotto” naturale che non...

Le Alghe, un superfood ma anche un super “cerotto” naturale che non ti aspetti!

55
0

Quando pensiamo all’Igiene Naturale, spesso ci vengono in mente rimedi semplici, sicuri e rispettosi del corpo: le alghe rientrano a pieno titolo in questa visione perchè non sono solo un alimento ricco di minerali e antiossidanti, ma anche uno strumento tradizionale per la cura della pelle e delle piccole ferite.

Tra l’altro, oggi la scienza ci conferma ciò che antiche popolazioni costiere avevano già intuito: gli estratti di alghe, contenenti soprattutto gli alginati, sono alla base di moderne medicazioni usate in ospedali e centri di cura.

Capita anche a me, come ad esempio proprio oggi (ed è per questo che ho preso spunto per scrivere l’articolo!!!) che nel tran tran quotidiano in cucina e coltelli sempre in mano, qualche piccolo taglio domestico sia inevitabile 😅. E oramai da tempo, utilizzo spesso le alghe come dei veri e propri cerottini naturali: la loro consistenza gelatinosa crea una sorta di pellicola protettiva che calma e favorisce la cicatrizzazione.

 

Un po’ di storia: le alghe come rimedio tradizionale

L’uso delle alghe come medicazione naturale ha radici molto antiche: vediamo insieme alcune delle popolazioni che, nella storia, ne hanno fatto uso (e continuano a farne uso!).

  • Popolazioni costiere del Nord Europa (Irlanda e Scozia) utilizzavano il musgo irlandese (Chondrus crispus) non solo come alimento, ma anche come impacco lenitivo per la pelle irritata.
  • In Giappone, al di là dell’utilizzo alimentare, le foglie fresche di alghe brune (kombu) venivano applicate su piccole abrasioni o ustioni leggere per calmare e proteggere.
  • Documenti medici del XIX secolo riportano l’uso di alghe essiccate nelle medicazioni di emergenza sulle navi: erano molto pratiche perché assorbivano bene i liquidi e restavano adese alla pelle.

Oggi, molte di queste pratiche sono state riprese in ambito scientifico, tanto che i cerotti e le garze all’alginato di calcio sono spesso utilizzati in ospedale per ustioni e ulcere e derivano direttamente da queste osservazioni tradizionali.

 

Come funzionano

Le alghe contengono alcune sostanze benefiche utili alla rigenerazione cellulare in caso di abrasioni, tagli e piccole ferite, che le rendono particolarmente efficaci come “cerotto naturale”:

  • Alginati (nelle alghe brune come Laminaria e Ascophyllum): assorbono grandi quantità di liquidi, formando un gel morbido che favorisce la guarigione.
  • Carragenine (nelle alghe rosse come Chondrus crispus): creano una pellicola protettiva ed emolliente.
  • Fucoidani (alghe brune): con proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.
  • Polifenoli e minerali: aiutano a calmare e nutrire la pelle.

 

Come fare in pratica (per piccoli tagli domestici)

Ecco una procedura semplice, sicura e in linea con i principi di Igiene Naturale:

  • Pulizia: prima di tutto, lavate il taglietto con acqua corrente pulita.
  • Disinfezione: applicate un disinfettante delicato (ad esempio acqua ossigenata o un prodotto a base naturale, come aceto di mele o succo di limone).
  • Preparazione dell’alga: se avete alghe essiccate per uso alimentare (nori, kombu, wakame, kelp), basta metterne a bagno un piccolo pezzo in acqua  finché non diventa morbido.
  • Applicazione: basterà appoggiare delicatamente il pezzo di alga sulla ferita pulita.
  • Fissaggio: se il taglietto è su una parte mobile, che si muove spesso (ad esempio le dita… i classici tagli da cucina, di cui io sono esperta 😅), usare una garza sterile o un cerottino classico per mantenerla in posizione.
  • Sostituzione: ovviamente, se l’alga si secca o si sporca, occorrerà sostituirla ed è comunque raccomandabile farlo almeno una volta al giorno, anche per controllare lo stato della ferita.

Attenzione: importante!!!

Questo metodo è adatto solo per piccoli tagli superficiali o abrasioni leggere: se la ferita è profonda, sanguina molto, si arrossa o non guarisce e in tutti questi casi più importanti è sempre necessario rivolgersi a strutture mediche che possano valutare la gravità della situazione e l’eventuale applicazione di suture!

Vi consiglio inoltre di non usare alghe raccolte in spiaggia perchè potrebbero contenere sabbia, microbi o, purtroppo, sostanze inquinanti; è sempre meglio usare alghe alimentari essiccate, pulite e sicure.

 

Quale alga scegliere

E’ importante scegliere sempre alghe di qualità e da provenienze sicure, come Giappone, Corea, Bretagna o Irlanda, dove vengono raccolte e lavorate con attenzione, metodi di essiccazione rispettosi e controlli adeguati, ed evitare invece alcune zone della Cina o di paesi con scarso monitoraggio ambientale possono presentare rischi maggiori di accumulo di metalli pesanti o sostanze inquinanti.

Tra le varietà di alghe più comuni e facilmente reperibili vi consiglio:

  • L’alga Nori (le foglie sottili scure del sushi, per intenderci) è leggera e pratica, ideale per coprire piccoli taglietti;
  • l’alga Wakame (bruna, morbida una volta idratata) è più spessa ed è ottima se serve maggiore protezione;
  • l’alga Kombu (ancora più spessa e resistente) è la più adatta a tagli un po’ più larghi perché aderisce bene;
  • l’alga Chondrus crispus (musgo irlandese) è la più gelatinosa ed ha un effetto idratante e calmante per la pelle.

 

Ma ora parliamo di cose belle..Le alghe da mangiare per la nostra salute!

Dopo aver parlato dell’uso delle alghe come medicazione naturale, però, parliamo anche dell’immenso beneficio che queste foglioline marine hanno per la nostra alimentazione.

Le alghe sono un vero e proprio concentrato di vitalità, e inserirle nell’alimentazione quotidiana significa regalare al corpo una riserva preziosa di nutrienti che spesso non troviamo in altri alimenti.

Una delle caratteristiche che le rendono speciali è la loro ricchezza di minerali: contengono iodio, indispensabile per il buon funzionamento della tiroide e per mantenere attivo il metabolismo, ma anche ferro, calcio, magnesio e potassio, che sostengono l’equilibrio elettrolitico, la salute delle ossa e la circolazione. Sono inoltre ricche di vitamine del gruppo B, che favoriscono il benessere del sistema nervoso e il metabolismo energetico, e di vitamina C (l’avreste mai detto?), che rinforza le difese immunitarie e favorisce l’assorbimento del ferro vegetale.

Un altro punto di forza delle alghe è la presenza di fibre solubili e insolubili: queste aiutano a regolarizzare la digestione, a nutrire il microbiota intestinale e a rallentare l’assorbimento degli zuccheri, con effetti positivi sul controllo glicemico. Alcune varietà, come le alghe brune, contengono fucoidani, polisaccaridi bioattivi studiati per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Non mancano neanche gli acidi grassi essenziali, tra cui gli omega-3, preziosi per la salute del cuore e per modulare i processi infiammatori.

Dal punto di vista proteico, pur non essendo un alimento “principale” come i legumi, le alghe forniscono amminoacidi di buona qualità e in quantità interessanti, specialmente in varietà come la spirulina o la chlorella, che vengono spesso usate come integratori naturali (ma sceglieteli bene, bio, senza eccipienti strani e di provenienza sicura).

Inoltre, i pigmenti che conferiscono alle alghe i loro colori particolari – clorofilla, ficocianina, carotenoidi – hanno effetti antiossidanti, aiutano a contrastare lo stress ossidativo e favoriscono la depurazione dell’organismo.

Non a caso, le tradizioni culinarie della cucina giapponese di quella nordica la utilizzano anche per questo: a questo link troverete una ricetta super sfiziosa per utilizzare l’alga Nori e realizzare un Sushi vegano di quinoa.

Insomma…Riscoprire questi rimedi significa non solo prendersi cura del corpo, ma anche restare connessi con una saggezza che unisce passato e presente.

Le alghe non sono solo cibo nutriente, ma fanno parte di una tradizione antica che oggi trova conferme scientifiche: dai piccoli incidenti domestici come “cerotto del mare”, ai nostri piatti come un “alleato al sapore di mare”.

 

Riferimenti utili

  • McHugh, D. J. (2003). A Guide to the Seaweed Industry. FAO Fisheries Technical Paper.
  • Percival, S. L. (2009). “The use of alginates in wound dressings.” Wound Care, 18(2) pagg. 23–27.
  • Renaud, S. (1990). “Traditional uses of seaweeds in Europe and Asia.” Journal of Applied Phycology.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Unisciti anche tu al Blog de ilDragoParlante inserendo la tua mail in alto a destra, così da non perderti i prossimi articoli ed eventi!

Se i contenuti gratuiti del blog e il viaggio de Il Drago Parlante ti sono d’ispirazione, aiutaci a continuare a creare e condividere conoscenze preziose sull’alimentazione naturale e il benessere autentico: Supporta il Drago