Casa Igiene Naturale Intolleranze e allergie: il corpo non è difettoso. Ci avverte.

Intolleranze e allergie: il corpo non è difettoso. Ci avverte.

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Negli ultimi anni il numero di persone che soffre di SIBO, IBS, intolleranze e allergie alimentari è cresciuto in modo esponenziale.

In farmacia abbondano i test per “scoprire” quali cibi ci fanno male, nei supermercati si moltiplicano i prodotti “senza”: senza glutine, senza lattosio, senza nichel, senza istamina e nei ristoranti è ormai normale vedere almeno un cliente che chiede una modifica al menù per evitare qualche ingrediente.

Ciò che un tempo era un problema raro, oggi è diventato un disagio quotidiano.

Guardiamo la vita reale, ovvero situazioni che sicuramente conosciamo tutti benissimo:

– dopo un pranzo, magari anche apparentemente sano, arrivano stanchezza, gonfiore e la pancia dura;

– basta un bicchiere di vino o un caffè per avere tachicardia o mal di testa;

– ogni volta che si prova a mangiare i legumi, la pancia diventa un pallone;

– si toglie il glutine, ma si sta ancora male;

– si elimina il lattosio, ma la pelle non migliora;

– anche solo un frutto crea nausea, fermentazioni, stanchezza.

E come vedete, non si parla solo di allergie conclamate, ma anche di sintomi vaghi e persistenti, non soltanto di natura intestinale: gonfiore, digestione lenta, mal di testa, stanchezza dopo i pasti, sfoghi cutanei, confusione mentale.

Molti ricevono diagnosi come “intolleranza al lattosio”, “sensibilità al glutine”, “allergia crociata”, “malassorbimento intestinale”… e poi si ritrovano a convivere con una lista sempre più lunga di alimenti da evitare e un corpo sempre più confuso.

E così iniziamo a pensare che il problema siamo noi, che il nostro corpo sia diventato “difettoso”, che “non digeriamo più niente”.

E, se l’intestino è infiammato, anche una mela o una arancia possono sembrare il problema, se il fegato è congestionato e il corpo è pieno di scorie, perfino l’insalata può diventare pesante.

 

Non è un caso che riguardino sempre gli stessi cibi

Secondo l’Igiene Naturale, non deve sorprendere che le principali intolleranze e allergie riguardino cibi non specie-specifici per l’essere umano.

Il nostro corpo non è programmato per digerire latte animale, glutine dei cereali moderni, zuccheri raffinati, additivi, alcol, caffè o cibi processati.

Così, le intolleranze non sono malfunzionamenti, ma forme di intelligenza fisiologica.

Il nostro corpo non è “rotto”: sta semplicemente resistendo a sostanze che non riconosce come “amiche” e secondo l’igiene naturale, ogni sintomo è un messaggio e le intolleranze e allergie non fanno eccezione.

 

Intolleranza o allergia: una distinzione utile

A livello tecnico, la differenza è chiara:

– lallergia è una reazione immunitaria intensa, spesso rapida e potenzialmente pericolosa, che coinvolge le immunoglobuline (IgE); basta una minima esposizione a un allergene perché il corpo reagisca in modo immediato con orticaria, gonfiore, crisi respiratorie.

l’intolleranza, invece, è più subdola, più lenta. Non coinvolge il sistema immunitario in senso stretto, ma è una risposta cumulativa. Si manifesta dopo esposizione ripetuta e può causare gonfiore, stanchezza mentale, mal di testa, infiammazioni cutanee, ritenzione o difficoltà digestive.

Ma c’è qualcosa di più importante da capire: in entrambi i casi, il corpo non sta sbagliando, ma sta segnalando un carico eccessivo, una difficoltà a processare ciò che gli viene offerto.

 

Il corpo non è intollerante solo ai cibi. È intollerante al sovraccarico

In Igiene Naturale, un’intolleranza non è vista come un difetto da correggere, ma come una risposta adattiva. Il corpo segnala che una certa sostanza è diventata difficile da gestire.

Non solo perché “quel cibo è sbagliato” (glutine, latticini, alcolici, caffè), ma perché è troppo per quel corpo già intossicato.

Quindi tutte le allergie, nella visione igienista, sono reazioni di un organismo saturo; è come avere un secchio pieno fino all’orlo e anche una sola goccia innocente (come un frutto, un broccolo o comunque un alimento “sano”) può farlo traboccare.

Questa è la condizione dell’impregnazione tossica in cui il corpo ha accumulato troppe tossine, troppi residui, insomma troppe sostanze non compatibili, e reagisce in modo esasperato a qualsiasi cosa (anche sana!) lo disturbi minimamente.

 

Malassorbimento: l’altro volto delle intolleranze

Molti disturbi oggi vengono etichettati come “intolleranze” quando in realtà sono segnali di malassorbimento, ovvero che il corpo non riesce più ad assimilare nutrienti essenziali. E questo spesso accade non per un difetto congenito, ma, anche qui, per:

– alimentazione sregolata ed eccesso di alimenti industriali,

– flora intestinale alterata da farmaci e stress cronico,

– digestione compromessa da pasti rapidi, mal combinati o in orari irregolari,

– intestino infiammato che non distingue più ciò che va accolto da ciò che va respinto.

 

Guarire è possibile, se si libera il terreno

L’Igiene Naturale parla chiaro, non si curano le allergie con farmaci o semplicemente eliminando solo per un periodo gli alimenti incriminati: occorre alleggerire l’organismo per davvero, così si migliora il terreno e il corpo guarisce quando non è più intossicato o sovraccarico.

Come fare?

– eliminando, o comunque riducendo sensibilmente i prodotti non specie – specifici, e non solo per un periodo;

– adottare una alimentazione quanto più naturale, cruda e vitale (frutta, verdura, cereali integrali, semi, noci, germogli); 

– fare pause digestive regolari;

– garantirsi riposo profondo;

– esporsi alla luce naturale; 

– fare movimento, anche dolce;

– respirare aria pulita.

Tuttavia, anche quando, grazie a un percorso di depurazione e alleggerimento, il corpo torna a tollerare alcuni alimenti che prima generavano disagio, è comunque saggio non reintrodurli e continuare con una alimentazione quanto più naturale ed integrale possibile.

Se hanno creato un problema una volta, significa che per la nostra fisiologia non erano ideali e il fatto che un organismo riesca a gestire un carico non significa che debba farlo, quantomeno non su base quotidiana.

 

L’80/20 come strategia

Come sapete l’80/20 è un approccio che adoro per coniugare l’Igiene Naturale ( in una versione più flessibile) con il fatto che, poichè non viviamo in un contesto totalmente naturale, siamo circondati da supermercati, abitudini, eventi sociali, in cui il cibo a disposizione spesso non è totalmente sempre sano.

Però se nell’80% del tempo scegliamo cibi vivi, semplici, fisiologici come frutta, ortaggi crudi, verdure cotte, semi, cereali integrali, acqua naturale e facciamo pause digestive, poi nel 20% del tempo, possiamo concederci con consapevolezza quegli alimenti che non sono perfetti per noi, ma che magari rientrano nella nostra dimensione sociale o emotiva.

A riguardo, io consiglio comunque di adottare uno stile di vita quantomeno vegetariano, con una prevalenza di cibo crudo, vitale e leggero, ma per fare alcuni esempi:

  • se il latte ci gonfia, quotidianamente beviamo quello vegetale (meglio se homemade tipo questo di mandorle), ma in un weekend fuori possiamo anche bere un cappuccino con gli amici se ci va, senza farne di nuovo un’abitudine quotidiana;
  • se il glutine crea gonfiore e stanchezza mentale lo evitiamo ogni giorno, ma lo accettiamo in una pizza condivisa con la famiglia una volta ogni tanto;
  • se che l’alcol ci infiamma, scegliamo di bere un calice di vino rosso in un’occasione speciale, con piacere e presenza, non come automatismo serale;
  • se il caffè ci accelera e ci stressa, lo sostituiamo con estratti freschi o magari caffè di cicoria, ma occasionalmente ce ne possiamo godere uno vero, se ne abbiamo voglia (a me è passata da anni!), magari in viaggio o per un rituale affettivo.

Il punto non è negarsi tutto per sempre, ma non tornare ad sovraccaricare il corpo con ciò a cui ha già detto “basta”.

Il 20% non è una zona libera dal buon senso, è uno spazio di libertà scelto con lucidità, senza reazioni, senza dipendenza.

Quando il corpo è pulito, lo sentiamo subito se un alimento rientra in quell’eccezione… o se sta chiedendo di essere lasciato andare per sempre.

E quando il corpo viene rispettato, non ha più bisogno di gridare.

 

Riferimenti bibliografici

  1. Gluten sensitivity: from gut to brain — Lancet Neurology, 2010: revisione sulle manifestazioni neurologiche legate al glutine anche in assenza di celiachia https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20170845/
  2. Neurological Dysfunction in Coeliac Disease and Non‑Coeliac Gluten Sensitivity — studio su manifestazioni neurologiche in soggetti CD e NCGS, responsivi a dieta gluten‑free https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26832652/
  3. Extra‑intestinal manifestations of non-celiac gluten sensitivity — associazione con atassie, neuropatie, encefalopatie, disturbi psichiatrici https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC5897856/
  4. Neurologic and Psychiatric Manifestations of Celiac Disease and Non‑Celiac Gluten Sensitivity — review su problemi cognitivi, ansia, depressione, sintomi neurologici https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3641836/
  5. A Comprehensive Review of the Neurological Manifestations of … — miglioramenti della brain fog e delle funzioni cognitive con dieta senza glutine https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC9680226/
  6. Nutrition and Disorders of Gut–Brain Interaction — malassorbimento (incluso del lattosio) è tipico globalmente; non sempre porta a intolleranza ma può generare sintomi extrapercettivi https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10780945/
  7. Lactose intolerance: An update on its pathogenesis, diagnosis, and neurological disorders — revisione completa su intolleranza al lattosio con riferimenti a cefalea, vertigini, stanchezza mentale https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0271531721000129
  8. The Influence of Alcohol Consumption on Intestinal Nutrient Absorption — evidenze su come il consumo di alcol (anche moderato) interferisca con l’assorbimento di vitamine (B1, B2, folati, C) e minerali https://www.mdpi.com/2072-6643/15/7/1571
  9. Food Intolerances, Food Allergies and IBS: Lights and Shadows — include riferimento al ruolo del caffè come potenziale aggravante nei disturbi digestivi e nelle intolleranze, soprattutto in pazienti con IBS https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10821155/

 

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